Miami, buona la prima, ma Wade out 10 giorni

6 Ott

 

The big three

 

L’attesa è finita.  Dopo la super estate dei free-agent, ieri è iniziata la preseason.

Miami – Detroit, nasce come evento mediatico: diretta televisiva nazionale, grande pubblico, e tutte le tipiche scenette che esaltano gli spettatori e contribuiscono a creare l’immagine glitter della NBA.

Il motivo di tanto clamore per una amichevole è semplice: per la prima volta scende in campo il chiacchierato trio delle meraviglie Wade-James-Bosh, gli appassionati di tutto il mondo non stanno nella pelle. Rimarranno tutti delusi.

Il quintetto di partenza di Miami si completa con Arroyo play e Joel Anthony centro. I tre big hanno forse due occasioni vere per combinare, si intravede il dai e vai che farà a fette le difese della Lega nella prossima stagione, e la presenza di Bosh in post che non si nega affatto come alternativa all’attacco perimetrale.

Ma le televisioni ed i collegamenti satellitari ancora nessun potere hanno sui muscoli degli atleti, e dopo appena tre minuti lo show perde clamorosamente interesse: Wade si stira ad una coscia, non sarà della partita, sconforto generale all’American Airlines Arena, e milioni di televisori spenti in tutto il mondo.

Non potendo parlare di quanto siano fenomenali gli Heat con i “Big Three” in campo, non mi resta che descrivere quanto siano un’ottima squadra anche senza uno dei leader.

Su tutti ovviamente King James, porta spesso palla, tira senza paura e soprattutto esplode le sue penetrazioni mostruose, come nell’ultima azione del primo quarto, -7 secondi sul cronometro, James entra centrale, ferma il palleggio nella lunetta dei liberi, spin move per infilarsi tra due difensori e schiacciata a due mani: l’arena può applaudire, il Re è arrivato in città!

Detroit non è male con Hamilton e Prince a condurre le operazioni e McGrady a fare il sesto uomo (sta recuperando da un infortunio serio); ma questa non è la loro serata, ed i distacchi rimangono in doppia cifra dall’inizio alla fine. Abbiamo quindi modo di valutare il peso del cast di supporto di Miami, vera incognita dell’estate. A tal proposito possiamo dire che Pat Riley, nel passaggio dalla panchina alla scrivania non ha perso il fiuto, la squadra ha una panchina assolutamente nella media, e con quei titolari basta ed avanza.

Arroyo per me è un signor play; poi c’è Mike Miller che in carriera viaggia sul40% da tre; l’ottimo Udonis Haslem, oggi autore di una prova da 14-13; non male anche Mario Chalmers e James Jones. Purtroppo rimane un po’ di debolezza sotto i tabelloni, Anthony come centro da quintetto sembra non all’altezza, Pittman fa appena meglio uscendo dalla panchina, ma nel complesso i due catturano tre rimbalzi, un numero che mette paura.

Per le gare che contano Miami spera di avere buone prestazioni dai veterani a caccia di titolo che Riley ha convinto a firmare contratti vicini al minimo salariale. Parlo soprattutto di Ilgauskas, reduce da una stagione in calo nelle medie, e non certo un fisico a prova di bomba, ma rimane un buon centro con movimenti eleganti e mani dolci. Qualcosa in meno mi aspetto da Juwan Howard, praticamente agli sgoccioli della carriera.

Aspettiamo di vedere il nuovo debutto dei Big Three, sperando che sia quello buono, intanto ci godiamo James e pregustiamo la prima super-sfida con i Lakers; sapete quando è in calendario? Il 25 Dicembre…

Per le statistiche complete vi consiglio il sito della ESPN

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